Emanuele Iannarilli racconta il progetto Xterra e Kids
Qualche settimana fa, vi abbiamo parlato di un viaggio in bicicletta, protagonista Emanuele Iannarilli fondatore di Cross-Tri.com. Bene, quel viaggio è iniziato qualche giorno fa da Bologna e il 21 giugno Emanuele ha concluso la prima parte che prevedeva il trasferimento in bicicletta da Bologna a Civitavecchia, circa 500 km. Lo scopo ve lo ricordiamo è una raccolta fondi per la fondazione dell’ospedale pediatrico Meyer di Firenze.
Ciao Emanuele. Oggi hai portato a termine la prima parte del viaggio, 500 km in mtb con tutto l’occorrente per…
Ciao a tutti e grazie per esservi ricordati di questa follia di mezza estate. Il viaggio nel complesso è andato molto bene. Pedalare su una mtb in asfalto non è il massimo ma il tempo era tiranno e non avevo tempo per cercare sterrati, anche se qualche chilometro sono riuscito comunque a farlo. La visita all’ospedale Meyer di Firenze di mercoledì è stata toccante. Mi ha accolto lo staff della fondazione e il presidente che ha voluto scattare qualche foto con me. All’interno dell’Ospedale poi ho avuto modo di vedere tanti bambini in cura e capire quanta dignità c’è dietro delle situazioni disperate. Quello che fanno al Meyer sono opere incredibili per regalare un futuro a questi bambini che spero diventino dei Biker.
Che difficoltà hai trovato?
Diciamo che la difficoltà me la sono creata da solo qualche giorno prima. Bici nuova, scarpe nuove. Dopo 60 km avevo male ovunque con fitte lancinanti al ginocchio sinistro. Ho provato a mettermi a posto da solo ma sono dovuto arrivare a Pontedera la sera di mercoledì dopo oltre 200 km e chiedere in ginocchio aiuto ad un negozio di bici. Risolto? Un po’ meglio.
Avevi già affrontato viaggi di questo genere?
Mai. Qualche anno fa per 3 anni ho corso gare di endurance, prevalentemente gare a tappe o 24 ore. Ecco la 24 ore un po’ ci assomiglia ma è una gara, hai una tattica, hai assistenti, hai lo stesso circuito che dopo poco conosci a memoria. Qui, chilometro dopo chilometri scopri cose nuove. Devi imparare a gestirti, devi imparare dosa vuol dire avere pazienza, pazienza di non voler arrivare ma di godere il momento.
Hai preferito la costa alle colline senesi?
Scelta strategica, più chilometri ma meno dislivello. Avevo le ore contate e non sapevo cosa mi sarei dovuto aspettare. La motivazione è stata solo quella. Se tornassi indietro però sceglierei le colline toscane con maggior tempo.
Perché?
Perché la via Aurelia in bicicletta è un incubo, anzi è l’incubo. In alcuni tratti sei costretto a saltarci su a causa di mancanza di alternative. Non me ne vogliate, ma è scandaloso mettere a repentaglio vite umane per la classica burocrazia italiana che non decide mai di fare opere strutturali necessarie.
Dopo il traghetto?
Dopo il viaggio Civitavecchia-Palermo pedalerò fino a Piana degli Albanesi sede della gara. Ah non ve lo avevo detto? Vado a correre L’XTERRA Italy Long Distance. 2km di nuoto, 60 di mtb e 20 di Trail. Ho un segreto per finire vivo, nascondere dei cannoli siciliani ovunque. Piana è la patria del cannolo siciliano.
Finisce così?
Secondo te? C’è un ritorno da onorare e ci proverò fino in fondo. Partirò da Palermo subito dopo la gara con la nave fino a Napoli. Da lì tornerò in mtb fino a Veroli, mio paese natio dove mi aspetteranno i miei familiari, i miei amici per un aperitivo di beneficenza nella piazza del paese. Devo dirvi la verità, sono orgogliosissimo di questa cosa. Si dice orgogliosissimo?
Insomma tirando le somme quanti km farai?
Non importa. Se fosse per me non mi fermerei mai.
Quanto è difficile organizzare una cosa del genere?
Ci vuole la voglia. Bisogna volerla fare e mettere in fila tutte le cose necessarie. I contatti, la traccia, i GPS, i bagagli, la nave, le prenotazioni, le vie di fuga, i piani b e c. Insomma ci vuole tanto ma se hai voglia ogni cosa che fai è emozionante perché ti porta il pensiero verso quella direzione. Devo farti una confessione. Qualche giorno prima del viaggio a causa di una malattia che mi aveva debilitato stavo per mandare tutto all’aria, pensavo di non farcela. Ora sono sul traghetto per Palermo e domani, cannolo e spremuta appena sceso dalla nave poi si pedala…sai che novità.
Emanuele non ha vinto la classifica di questa edizione dell’Xterra Sicily, ma ha vinto la stima della fondazione dell’ospedale pediatrico Meyer di Firenze, di tutti quei bambini alle prese con i problemi di salute che non fan loro vivere la fanciullezza come dovrebbero, ha vinto la stima di quegli adulti che dedicano la loro vita e le proprie capacità per la vita di questi bambini, ha vinto la stima del mondo del triathlon che pratica, racconta, promuove, e ha vinto la stima di tutti gli amici vicini e lontani che lo conoscono da anni, ma li bisogna dire che ha vinto facile.